giovedì 11 dicembre 2014

SASSANO. ASSESSORATO “ELLEELLE-PIPI”, UNA QUESTIONE DI FAMIGLIA?…

Ho provato a fare una ricerca on line, oltre 200 mila pagine di risultato, ma – almeno nelle prime - in nessun caso è venuto fuori un incarico attribuito nello stesso assessorato al fratello dell’assessore. Ho anche provato a chiedere in giro, niente.
C’è quello del vaucher a "sua insaputa” in Abruzzo, l’altro in Veneto per progettazione e direzione dei lavori di un ospedale ecc. ma mai nello stesso assessorato in cui l’uno fa il “controllore” e l’altro il fornitore.
E nemmeno a Sassano, almeno sino a qualche giorno fa, pare sia mai successo.
Si dirà, nessun ex assessore avrà avuto fratelli, e sorelle, a cui incaricare qualcosa, perciò “cambiare si può”e, vista la determina dell’U.T.C che attribuisce l’incarico a M. D’Amato (a meno che non sia un omonimo) pare essere il fratello (ingegnere) dell’assessore agli ElleEllePiPi (Lavori Pubblici) A. D’Amato (geometra), si deve perché (scrivono) “l’ing. Michele D’amato è un tecnico che, in passato, ha collaborato con l’Amministrazione…”. Quindi di “fiducia” dell’assessorato. Non nuovo. Hai visto mai che non ci si possa fidare del fratello dell’assessore. In famiglia si conosceranno da sempre e, poi, non per tutti vale il detto “parenti serpenti”, perciò l’incarico si può assegnare.
E l’assessore? Cosa pensa? Lui, pubblica foto del progetto sulla sua pagina facebook e, molto umilmente, si autodefinisce “buon amministratore” perché, dice, di “avere la caparbietà di volere la storia nel proprio futuro” ( pare stia ancora cercando di capire cosa volesse dire). Intanto omette di parlare dell’incarico che il suo assessorato ha assicurato al fratello, caso unico nella storia del paese e che sarà – questo si – consegnato al futuro. Tra zii e nipoti il clima dell’ufficio di sicuro ci guadagnerà e, magari, si può sempre fare una foto ricordo da consegnare alla storia acquistando la cornice dalla solita cooperativa.
Figuriamoci se qualcuno si sia mai posto problemi di opportunità, di convenienza o di “pudore” (ormai prostituito da tempo).
L’incarico all’amico di sempre come primo atto amministrativo messo lì, a carico della comunità, per fare non si sa cosa, quelli legali alla parente, le forniture fatte da un’azienda nella quale collabora il fratello di un altro assessore, l’appalto assegnato all’associazione facente capo al consigliere di maggioranza ecc. sono esempi di sana, disinteressata e sobria attività amministrativa.
Guai a parlare di “familismo” (magari appena un po’ volgare), si rischia di stimolare la sconnessa incontinenza dialettica dell’apendifasciatricolore Pellegrino. Mica sono dinamiche poste in essere dalla sua amministrazione, no, è solo opera di qualche complottista diffamatore.
Mesi fa, al Comune, era stato proposto di prevedere nel Piano Anticorruzione, e relativamente ai rapporti stipulati con i soggetti che contraggono impegni per forniture di beni e/o servizi e titolari di appalti, un’apposita frase negli atti finali dei procedimenti amministrativi del tipo: “dare atto che sono state verificate eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell’Amministrazione di cui al presente procedimento, con esito negativo, non sussistendone”. L’uno e trino “tutore e garante” della legalità, nonché segretario comunale, non ha mai risposto. Il piano è pubblicato ancora in bozza. Le proposte chieste ai cittadini non si sa che fine hanno fatto. Si può immaginare perché…