mercoledì 9 luglio 2014

Tommaso Pellegrino Dr. Jekyll o Mr. Hyde della tutela degli “interessi” dei cittadini?



Nel consiglio comunale del 14 ottobre 2013 a Sassano “ … il Sindaco (si parlava di ricostruzione post terremoto e riparto delle risorse disponibili) evidenzia che la ricognizione è chiara dopo una situazione poco chiara e trasparente negli anni precedente quando é stata predisoposta una graduatoria con perizie di aggravamento non previste da alcuna legge. Al protocollo sono state consegnate solo dichiarazioni e nessuna perizia e né vi è agli atti alcuna ordinanza di sgombero. Situazione di illegittimità sulla quale si spera si faccia chiarezza una volta per tutte …" intervenuto a sua volta "... il consigliere di minoranza Arenare Gaetano … si dichiara d’accordo a fare luce su tutto il passato ed invita il Sindaco ad essere più puntuale sulle affermazioni …”.
Traduzione : secondo Pellegrino la ricostruzione post-terremoto a Sassano è stata gestita predisponendo graduatorie illegittime, approvando progetti accompagnati da dichiarazioni non supportate da perizie certificanti le reali condizioni degli immobili. Quindi l’attribuzione dei contributi, a molti privati, secondo questo ragionamento, sarebbe stata fatta sulla base di documenti falsi e volti a “truccare” le graduatorie.
Cioè – se così fosse – ci si troverebbe di fronte ad una colossale truffa ai danni dello Stato. Ci si sarebbe fatti assegnare risorse senza averne diritto o per distribuirle in modo clientelare.
Accertato che vi sono ancora pratiche a cui il comune non ha mai dato risposte, si sarebbero attribuiti diritti a chi non ne aveva a scapito di chi, invece, sta ancora aspettando il rispetto degli stessi. E non sarebbe una novità, visto che chi scrive per far riconoscere un diritto ad un proprio familiare, in passato, a fronte dell’ostracismo dell’UTC è stato costretto a ricorrere al Ministero dei LLPP.
Che la ricostruzione post-terremoto a Sassano – nel corso di questi anni - sia stata un calderone clientelare, e di diritti negati, privilegiando la corte dei miracoli di chi ha amministrato, non vi erano dubbi. Ristrutturazioni con evidenti aumenti di volume (passati in cavalleria) sono stati finanziati e liquidati nel centro storico. Insomma, “Dio esiste e c’ho le prove”… disse quello lì.
Che un sindaco in carica utilizzi tali affermazioni per intimidire l’opposizione appare quanto meno ambiguo.
L’accusa è grave e, oltre a tentare di colpire l’opposizione, è stata, in primo luogo, rivolta al personale dell’UTC che è il luogo fisico (cioè la cucina dove la minestra veniva preparata per le commissioni) nel quale sono state decise le attribuzioni di contributi e gli aventi diritto, nonché ai responsabili dei procedimenti.
Gli amministratori potevano agire senza il supporto di qualche dipendente? Questo, poteva non sapere? Si è prestato o reso complice? Per modificare cosa e favorire chi? In cambio di cosa o quali vantaggi? E, siamo in presenza di un sistema consolidato o casi isolati?

Delle due l’una : tali affermazioni, se risultassero buttate li “tanto per”, si presentano come “chiaramente denigratorie e diffamatorie e, quindi: lesive dell’onorabilità, reputazione, e immagine di chi ha amministrato negli anni addietro e del personale tuttora dipendente” (definizione che sta molto a cuore al nostro).
Al contrario, tali dichiarazioni, qualora fossero fondate su basi concrete, ed avallate da prove documentali, dovrebbero essere oggetto di specifica denuncia presso le autorità competenti che, tra la lettura di qualche vignetta e lo sguardo distratto a qualche video, potrebbero trovare il tempo per dedicarsi a cose serie ed alla tutela degli interessi dei cittadini verificando se e quali abusi, ed eventuali reati, sono stati posti in essere.
Ad oggi non risulta che Tommaso Pellegrino abbia riunito la sua giunta per farsi delegare a presentare un esposto-denuncia contro coloro i quali hanno amministrato negli anni passati (forse avrà chiesto lumi al suo vicesindaco) provando a tutelare l’interesse e l’immagine della collettività.
La sua accusa resta lì, agli atti, tra le dichiarazioni consiliari, ed è grave considerato il suo ruolo: la ricostruzione è stata “caratterizzata da una situazione di illegittimità”.
I nomi, gli attori e i casi a sua conoscenza vanno messi a disposizione della magistratura.
Cosa aspetta per cercare di far luce? Perché non lo ha ancora fatto? E, ad aiutarlo può essere il suo assessore ai lavori pubblici in evidente conflitto di interessi o il personale che avrebbe (stando al suo ragionamento) contribuito a creare una situazione “poco chiara e trasparente”?