Nel consiglio comunale del 14 ottobre 2013 a Sassano “ … il Sindaco (si
parlava di ricostruzione post terremoto e riparto delle risorse
disponibili) evidenzia che la
ricognizione è chiara dopo una situazione poco chiara e trasparente
negli anni precedente quando é stata predisoposta una graduatoria con
perizie di aggravamento non previste da alcuna legge. Al protocollo sono
state consegnate solo dichiarazioni e nessuna perizia e né vi è agli
atti alcuna ordinanza di sgombero. Situazione di illegittimità sulla
quale si spera si faccia chiarezza una volta per tutte …" intervenuto a
sua volta "... il consigliere di minoranza Arenare Gaetano … si
dichiara d’accordo a fare luce su tutto il passato ed invita il Sindaco
ad essere più puntuale sulle affermazioni …”.
Traduzione : secondo
Pellegrino la ricostruzione post-terremoto a Sassano è stata gestita
predisponendo graduatorie illegittime, approvando progetti accompagnati
da dichiarazioni non supportate da perizie certificanti le reali
condizioni degli immobili. Quindi l’attribuzione dei contributi, a molti
privati, secondo questo ragionamento, sarebbe stata fatta sulla base di
documenti falsi e volti a “truccare” le graduatorie.
Cioè – se
così fosse – ci si troverebbe di fronte ad una colossale truffa ai danni
dello Stato. Ci si sarebbe fatti assegnare risorse senza averne diritto
o per distribuirle in modo clientelare.
Accertato che vi sono
ancora pratiche a cui il comune non ha mai dato risposte, si sarebbero
attribuiti diritti a chi non ne aveva a scapito di chi, invece, sta
ancora aspettando il rispetto degli stessi. E non sarebbe una novità,
visto che chi scrive per far riconoscere un diritto ad un proprio
familiare, in passato, a fronte dell’ostracismo dell’UTC è stato
costretto a ricorrere al Ministero dei LLPP.
Che la ricostruzione
post-terremoto a Sassano – nel corso di questi anni - sia stata un
calderone clientelare, e di diritti negati, privilegiando la corte dei
miracoli di chi ha amministrato, non vi erano dubbi. Ristrutturazioni
con evidenti aumenti di volume (passati in cavalleria) sono stati
finanziati e liquidati nel centro storico. Insomma, “Dio esiste e c’ho
le prove”… disse quello lì.
Che un sindaco in carica utilizzi tali affermazioni per intimidire l’opposizione appare quanto meno ambiguo.
L’accusa è grave e, oltre a tentare di colpire l’opposizione, è stata,
in primo luogo, rivolta al personale dell’UTC che è il luogo fisico
(cioè la cucina dove la minestra veniva preparata per le commissioni)
nel quale sono state decise le attribuzioni di contributi e gli aventi
diritto, nonché ai responsabili dei procedimenti.
Gli
amministratori potevano agire senza il supporto di qualche dipendente?
Questo, poteva non sapere? Si è prestato o reso complice? Per modificare
cosa e favorire chi? In cambio di cosa o quali vantaggi? E, siamo in
presenza di un sistema consolidato o casi isolati?
Delle due l’una : tali affermazioni, se risultassero buttate li “tanto per”, si presentano come “chiaramente denigratorie e diffamatorie e, quindi: lesive dell’onorabilità, reputazione, e immagine di chi ha amministrato negli anni addietro e del personale tuttora dipendente” (definizione che sta molto a cuore al nostro).
Al contrario, tali dichiarazioni,
qualora fossero fondate su basi concrete, ed avallate da prove
documentali, dovrebbero essere oggetto di specifica denuncia presso le
autorità competenti che, tra la lettura di qualche vignetta e lo sguardo
distratto a qualche video, potrebbero trovare il tempo per dedicarsi a
cose serie ed alla tutela degli interessi dei cittadini verificando se e
quali abusi, ed eventuali reati, sono stati posti in essere.
Ad
oggi non risulta che Tommaso Pellegrino abbia riunito la sua giunta per
farsi delegare a presentare un esposto-denuncia contro coloro i quali
hanno amministrato negli anni passati (forse avrà chiesto lumi al suo
vicesindaco) provando a tutelare l’interesse e l’immagine della
collettività.
La sua accusa resta lì, agli atti, tra le
dichiarazioni consiliari, ed è grave considerato il suo ruolo: la
ricostruzione è stata “caratterizzata da una situazione di
illegittimità”.
I nomi, gli attori e i casi a sua conoscenza vanno messi a disposizione della magistratura.
Cosa aspetta per cercare di far luce? Perché non lo ha ancora fatto? E,
ad aiutarlo può essere il suo assessore ai lavori pubblici in evidente
conflitto di interessi o il personale che avrebbe (stando al suo
ragionamento) contribuito a creare una situazione “poco chiara e
trasparente”?